Monica, Marcello e Tina, il loro cane, sono i fondatori di www.inviaggiocontina.it,sito creato con l’intento di promuovere una mobilità e uno stile di vita sostenibile. Entrambi amanti della bicicletta e della vita all’aria aperta hanno unito il loro percorso di studi in questo progetto: biologo e guida escursionistica lui, illustratrice e grafica lei. In viaggio con Tina non è soltanto un diario dei loro viaggi in bicicletta con Tina al seguito (quasi sempre!): è un fantastico racconto di come sia possibile guardare questo nostro mondo con occhi sostenibili. Ogni volta che leggo dei loro viaggi e dei loro racconti non posso fare a meno di pensare “madai!ma pensa tu” , come se piantare le patate nell’orto fosse un’esperienza al limite della fantascienza.
E così ho pensato di chiedere loro una mano per capire come essere più sostenibili nel nostro quotidiano, per iniziare a creare un mondo migliore da lasciare ai nostri figli.
Qui la nostra chiacchierata, per me illuminante sotto molti aspetti.
-Al ritorno dai vostri viaggi in bici cosa avete scelto di riportare in un ambiente urbano?
Innanzitutto una mobilità sostenibile. La bici fa ormai parte della nostra vita quotidiana, oltre che dei momenti di svago. Già ci servivamo della bicicletta per i piccoli spostamenti urbani, ma dopo aver percorso tanti chilometri in giro per l’Europa, trasportando anche molto peso, non ci spaventa sicuramente l’idea di compiere in bici il percorso per andare a lavorare, o per andare a fare la spesa. Il trailer (trasportino) agganciato alla bici, che usiamo per trasportare Tina, il nostro cane, durante i viaggi, è utile anche per portare a casa la spesa. Ovviamente cerchiamo di usufruire di percorsi ciclabili. Per fortuna Bologna e la prima periferia, dove abitiamo, ne ha parecchi. Non abbiamo rinunciato del tutto all’automobile, per il momento, ma la usiamo solo i lunghi spostamenti o per trasportare materiali ingombranti o molto pesanti

-Nei vostri viaggi avete incontrato persone provenienti da tutta Europa che hanno scelto uno stile di vita rispettoso per l’ambiente. Quale incontro vi è rimasto di più nel cuore?
Durante un viaggio in Portogallo siamo stati ospiti di una famiglia che vive in completa autosufficienza in un piccolo villaggio costruito da loro. Le case sono semplici strutture in legno e terra impastata con paglia e sterco di asino e calce esternamente come impermeabilizzante. La casa principale è un monolocale, non molto grande, per avere la massima efficienza termica. È sufficiente una piccola stufa a legna per riscaldare tutto l’ambiente.
Il bagno è una “compost toilet”: una casetta in legno dove si fanno i bisogni solidi (la pipì si fa nel bosco), che poi si ricoprono con segatura diventando ottimo terriccio per fertilizzare. “Il giardino ringrazia”, è scritto sulla porta d’ingresso! Hanno un pozzo e recuperano l’acqua piovana, che riscaldano con un pannello solare per la doccia, mentre l’acqua potabile la prendono da una sorgente. La maggior parte delle attività si svolge all’esterno: hanno un forno a legna per cucinare, un orto e le galline ovaiole. Producono cosmetici naturali e creano indumenti con la lana vendendoli al mercato assieme alle uova, inoltre fanno qualche lavoro di falegnameria. Bastano 300 euro al mese per vivere in tre!
-Quali consigli dareste a chi volesse adottare un comportamento più sostenibile pur vivendo in un condominio in città?
Gran parte della nostra “impronta ecologica” dipende dalle abitudini quotidiane, in particolare quelle alimentari e legate alla mobilità, ma anche molto altro (abbigliamento, cosmesi ecc.). La scelta più facile e alla portata di tutti, a nostro avviso, è quella di affrancarsi il più possibile dalla grande distribuzione. Ormai ogni paese e città ha dei GAS (Gruppi di Acquisto Solidali), gruppi di persone autogestiti che acquistano prodotti di ogni genere secondo i principi della sostenibilità: prodotti naturali e da filiera corta, cioè indipendenti dalla grande distribuzione e da produttori locali. Il contatto diretto tra il produttore e il consumatore è una esperienza tanto rara, di questi tempi, quanto entusiasmante, così come andare a visitare i luoghi da cui provengono le materie prime che si acquistano. Inoltre la qualità dei prodotti che si consumano è enormemente superiore a quella che si può trovare nei supermercati. La consegna avviene solitamente una volta alla settimana, quindi richiede forse una maggiore organizzazione, ma avviene spesso a domicilio o nei pressi della propria abitazione. Un grande vantaggio, secondo noi. Senza considerare il mancato stress di dovere andare in un centro commerciale, magari in auto!
Se non si riesce, per qualche motivo, ad usufruire dei GAS, esistono anche i mercati contadini, ormai molto diffusi, per certi aspetti più pratici perché in un unico momento o giornata si possono acquistare diversi prodotti.
La seconda scelta, forse più difficile per molte persone, è quella di rinunciare o limitare il consumo di carne. Gli allevamenti animali sono una delle maggiori cause dei cambiamenti climatici, oltre che eticamente insostenibile. Noi non siamo dei vegetariani “integralisti”, dato che continuiamo a consumare latticini, uova e, poche volte all’anno, un pò di pesce, ma tutti questi prodotti provengono da fonti sostenibili e produttori locali. Anche solo decidere di diminuire drasticamente il consumo di carne può essere d’aiuto, magari servendosi di aziende che praticano allevamenti sostenibili, ce ne sono tante e tramite i GAS sarà facile servirsene.
-Ho letto che avete creato un piccolo orto urbano, mi potreste raccontare la vostra esperienza?
Dopo alcune esperienze di volontariato in piccole aziende agricole biologiche abbiamo deciso di provare a produrre il nostro cibo facendo agricoltura naturale, quindi senza l’uso di sostanze chimiche. Non è stato facile trovare un luogo dove realizzare un orto. Purtroppo in molti comuni, come quello dove abitiamo, gli orti comunali sono riservati ai pensionati o alle famiglie. Grazie alla disponibilità della parrocchia del nostro quartiere abbiamo ottenuto un piccolo spazio dove abbiamo creato il nostro orto, in cambio di alcune attività di giardinaggio. Seguiamo il metodo “sinergico”, in cui diversi ortaggi e piante da fiore, fatti crescere assieme, si “aiutano a vicenda”, attirando specie di insetti predatori di altre specie nocive, o arricchendo il suolo di sostanze nutritive anche per le altre piante. Abbiamo anche imparato a produrre dei repellenti per gli insetti nocivi e fertilizzanti naturali usando piante spontanee che raccogliamo attorno a casa.
-Essere sostenibili oggi non sembra essere la priorità nelle preoccupazioni dei nostri concittadini, ma basta informarsi, anche poco, per capire che il riscaldamento globale è e sempre di più sarà la problematica che dovremo affrontare nel nostro futuro. Cosa ne pensate? Come mai, secondo voi, ancora oggi questo argomento viene considerato non prioritario?
Per fortuna qualche comportamento virtuoso, da parte di cittadini o amministrazioni, si vede in giro, ma è ancora insufficiente. Permane un’inerzia generalizzata nel cambiare le proprie abitudini. C’è molta pigrizia, non si vuole più fare fatica: vediamo persone utilizzare l’automobile per spostamenti di poche centinaia di metri, per andare a fare la spesa dietro l’angolo o accompagnare i figli a scuola. Siamo stati abituati così, che non si può vivere senza automobile, supermercato e “comodità” varie. Neanche la pandemia ci ha aperto gli occhi, mettendo nero su bianco che alterare gli equilibri della natura può portare a conseguenze devastanti. A livello globale ci sono troppi interessi economici in gioco. Gli unici a divulgare tematiche ambientali sono il mondo scientifico, associazioni di volontariato o organizzazioni non governative, ai quale non viene data sufficiente risonanza. La maggior parte dei governi non dà la priorità alla sostenibilità ambientale, stimolando anzi comportamenti consumisti e non favorendo le persone a servirsi della mobilità sostenibile. Il servizio di mezzi pubblici spesso è poco efficiente e la rete di percorsi ciclabili in molte città è ancora molto limitata e disconnessa.
-Avete qualche testo interessante da consigliare su questi argomenti, sia per adulti che per bambini?
La bibliografia in materia è molto vasta. A noi è piaciuto molto il libro “Al ritmo delle stagioni, un anno di vita in montagna” di T. D’ Errico e A. Battistoni. Racconta la storia vera di due ragazzi che lasciano una grande metropoli per sperimentare uno stile di vita diverso da quello cittadino. Inoltre, molto divertente, anche per i bambini, è la graphic novel “Ritorno alla terra” di J.Y. Ferri e M. Larcenet. Infine, un testo più impegnativo, ma che offre molti altri spunti interessanti è “Pensare come le montagne” di P. Ermanni e S. Perotti.
-Che viaggi o progetti avete in programma per il prossimo futuro, se vi va di darmi una piccola anticipazione?
Purtroppo la pandemia ha cancellato molti programmi, tra cui un viaggio in Italia con meta la Sicilia, magari fermandosi a fare un’altra esperienza di volontariato con il WWOOF. Quindi speriamo che si risolva la situazione, per il bene di tutti, il prima possibile, anche per poter ripartire in sella alle nostre bici assieme a Tina! Inoltre stiamo lavorando a un libro, un pò particolare, ma non sveliamo nulla, perchè andiamo a rilento, chissà se riusciremo mai a finirlo